"Tu ci credi ai supereroi?"
"Ai super-eroi no, agli eroi si"
Giugno 2002, se non vado errato. Dialogo tra me e la professoressa di inglese al termine del mio esame di terza media, dove avevo concluso l'orale con la parte sull'educazione artistica, portando il fumetto supereroico.
Sono molto legato alla figura letteraria del supereroe, un po' perché i supertizi sono stati i protagonisti delle letture della mia infanzia, un po' perché mi hanno accompagnato da sempre.
Da bambino amavo perdermi in quei mondi fantastici, scoprendo quanto fossero incredibili certi personaggi.
Con il passare degli anni, oltre alle mazzate che si suonavano buoni contro cattivi, ho iniziato a prestare attenzione alla quotidianità dei personaggi: ai loro problemi di tutti i giorni nei quali proiettavo i miei.
Durante gli ultimi anni di liceo e i primi di università, trovavo stimolante la struttura narrativa e la continuità di tante storie interconnesse.
Mi sono laureato alla triennale con una tesi sulla figura del supereroe nell'immaginario americano e sull'importanza del fumetto come medium per quest'ultimo.
Insomma, in un modo o nell'altro, i supereroi sono stati una costante nella mia vita.
Da qui l'idea di dedicare una serie di post a questa figura, iniziando dalle basi: che cos'è un supereroe?
O meglio, cos'è che rende un eroe un "super" eroe?
La risposta più immediata, potrebbe essere: i super poteri.
Si tende a indicare, infatti, il 1938 come l'anno di nascita dei supereroi, per via dell'esordio di Superman, "padre" dei supereroi in senso moderno proprio per via dei superpoteri.
|
Action Comics 1, esordio di Superman, 1938 |
Personalmente, non sono mai stato dell'idea che fossero i super poteri a definire il supereroe, ma la missione: difendere e proteggere una comunità di persone (che siano gli abitanti di un quartiere, di una città o del mondo intero) senza pretendere nulla in cambio e facendolo in maniera continuativa.
Stante queste caratteristiche, a memoria il primo supereroe della storia non è Superman, ma Zorro.
|
Sì, è Banderas. Quando al posto di parlare con le galline faceva film fighi |