venerdì 25 ottobre 2013

Ci sono persone...




Ci sono persone che tirano fuori il peggio di te, altre il meglio.

Ci sono persone che “Io non fumo, non bevo e non dico parolacce... ma cazzo mi è caduta la sigaretta nel rum”, altre che parlano poco, ma ciò che dicono è dannatamente coerente con ciò che sono.

Ci sono persone alle quali mancano 2 esami da tre o quattro anni, ma te le ritrovi sempre a tutti gli appelli. Altre che non ti chiedono quanti esami ti mancano prima di rivolgerti la parola.

Ci sono persone che “Io sono IO, e voi non siete un cazzo”, altre che preferiscono essere giudicati per ciò che fanno piuttosto che per ciò che dicono.

Ci sono persone che credono che tutto gli sia dovuto e per questo pretendono ogni cosa, altre per le quali dare è naturale, e restano sinceramente stupiti quando ricevono.

Ci sono persone qualificatissime sulla carta, ma dimenticano che nella vita si butta nel cesso un sacco di carta. Altre che hanno l'umiltà e il coraggio di voler imparare.


Ci sono persone... e ci sono amici, i primi ci danno la misura dell'importanza dei secondi.

martedì 6 agosto 2013

Ferie


Sono in ferie! 


Anche se non ho un lavoro con contratto a tempo indeterminato, anche se non ho un contratto di qualche mese, anche se non ho un part-time. 

Sono in ferie perché, nonostante le prestazioni lavorative occasionali, negli ultimi 10 giorni ho sgobbato. 

Così come nell'ultimo anno, tra ristorante e università.

Sono in ferie dalla mia mansione occasionale di cameriere, che non sarà il mestiere dei miei sogni o quello per il quale studio da anni, però è un bel lavoro e, udite udite, sono pagato per lavorare! 
Non si tratta di stage o sfruttamento mascherato. Io lavoro, il gestore mi paga.

Sembra fantascienza per uno studente italiano di editoria. Troppo spesso mi sono trovato di fronte a condizioni tipo: '"non ti posso pagare, ma vuoi mettere avere il nostro giornale sul cv?" oppure "non è prevista una paga, ma qui puoi fare esperienza !". 
Eh, cazzo, quasi quasi ti pago io per quest'opera di bene che stai facendo!
Forse sto invecchiando quindi le forze e l'entusiasmo iniziano a venir meno, ma credo che sarebbe salutare iniziare a dire qualche "no grazie", oppure a calibrare il proprio contributo sul feedback (economico o di esperienza) ricevuto.
Oppure, se proprio si vuole iniziare a far cassa, magari si potrebbe virare verso altre occupazioni, anche meno "prestigiose".


"Eh se ma io so dottore, mica mi posso mette a fa' il cameriere o il barista"

Ma cresci, per favore.


Un mio carissimo zio mi disse una volta una frase che, nella sua semplicità, non potrò mai scordare.

"Per fare qualsiasi lavoro ci vuole il cervello"


Banale? Forse, ma non sapete quanta gente c'è in giro a non pensarla così.

martedì 26 marzo 2013

L'Eroe


L’eroe non conosceva ancora il suo destino, né lo immaginava.
Percepiva se stesso come una persona del tutto normale, senza particolari caratteristiche che ne elevassero la caratura.
Sapeva dell’esistenza del male, ma peccava di uno dei più classici errori di gioventù: il sentirsi immortale. Nel pieno delle forze il male non l’avrebbe mai raggiunto.
Lottava ogni giorno, pur senza realizzare appieno per cosa o per chi.

Iniziò a insinuarsi nella sua mente il pensiero che non fosse un semplice uomo quando due sorrisi si incrociarono. Le mani che si cercarono un attimo dopo furono la silenziosa conferma.
Non era mai stato solo, ma ora sapeva con certezza che non lo sarebbe stato mai più.
Il suo “io” divenne un “noi” spontaneamente e la sua lotta giornaliera acquisì un nuovo significato.  

Nell’attimo di un vagito realizzò finalmente chi era.
Guardandosi allo specchio aveva ora più che mai chiaro il significato della parola “eroe”.
Non importava ciò che pensassero gli altri, ciò che suggeriva il senso comune o quello che la sua mente fortemente pratica concepisse intorno a quella parola.
Due occhi lucidi gli avevano spiegato in un attimo ciò che era e ciò che sarebbe stato nella vita.

L’eroe è stanco, il male lo ha raggiunto. Forse troppo presto, forse ingiustamente.
Si lascia cadere dolcemente sulle ginocchia, mentre nella sua mente scorrono lentamente diversi volti noti. Il loro numero sembra essere infinito, nessuno si ripete più di una volta, alcuni però indugiano più di altri.
Due lacrime corrono sulle guance rigandogli il volto, la simmetria della loro discesa è interrotta dalla barba incolta che domina ancora il suo viso. Sorride.

Sorride perché le forze non lo reggono più, ma è consapevole che quelle forze non sono disperse come vapore nell’aria. Poggia le mani sul terreno sabbioso, mentre il sole indugia sui capelli scuri.
Alzando lo sguardo riesce quasi a vedere il flusso di energia che dal proprio corpo va via, verso coloro che ne hanno bisogno.
Si rimette in piedi a fatica, mostrando il proprio volto al disco incandescente che sembra attenderlo.
Non ce la fa più, ma non è nella sua natura affrontare gli ostacoli a testa bassa. Il sorriso sembra espandersi mentre allarga le braccia, come se rivedesse un vecchio amico.

Chiude gli occhi.